Recensione di Edoardo Trosso - classe 5T

Un bellissimo ripasso di fisica e chimica, al giusto livello di profondità. Non troppo poco, per non risultare banale, e nemmeno troppo, rischiando la realizzazione di un incomprensibile tomo scientifico. L'autore è un noto divulgatore.

Sul principio di Carnot c'è poco da aggiungere, serve il livello di una buona preparazione liceale. Nel tempo e nello spazio. Sempre e ovunque, probabilmente. La formula è scritta in copertina. La sua traduzione dice più o meno: “in un sistema isolato l’entropia è una funzione non decrescente nel tempo”. O aumenta o resta uguale. Dal che ne vien fuori che l’entropia dell’universo fisico o di un qualsiasi sistema isolato è destinata ad aumentare nel tempo. Questo dice in sostanza il secondo principio della termodinamica. È una delle poche formule veramente figlia del pensiero collettivo, che ha attraversato quasi due secoli lungo i quali ha rivelato gradualmente la sua natura, differente dal disordine cui viene talora superficialmente assimilata.

Sistema isolato? Entropia? Funzione? Aumenta? Beh, si parla di noi, di quel che abbiamo intorno, dei fenomeni fisici e chimici qui e altrove, dei connessi fattori biotici e abiotici di ogni ecosistema.

Tutto nacque da un problema pratico relativo a due processi, quello legato al calore e quello legato al lavoro. Il calore è un trasferimento di energia che causa una variazione di temperatura; il lavoro è un trasferimento di energia che causa una variazione di posizione.

Trasformare il lavoro in calore è facile, invece trasformare il calore in lavoro risulta molto complicato. Non basta una sorgente di calore, serve un’apposita macchina e comunque non è possibile trasferire tutta l’energia e convertire completamente calore in lavoro, la qualità dell’energia è destinata a degradarsi (da cui l’entropia).

Il secondo principio è stato visto da molti come la dimostrazione che tutto è destinato a finire, ma va letto invece come una sfida per il presente a prevedere il futuro con migliore approssimazione: certo, è difficile fabbricare macchine e strutture efficienti, ma questa difficoltà ci spinge a costruirle in modo intelligente e a migliorarle in continuazione.

Formule, tante formule. Nel testo vi sono ovviamente molte altre formule, varie definizioni e figure, corredate dal solito stile colloquiale, da continui riferimenti alla chimica, da esempi accattivanti, con qualche supponenza di troppo a favore delle scienze fisiche e chimiche, talora disinteresse o fastidio per biologia ed ecologia, o per gli ambientalisti ecologisti.

Il chimico, grande divertente scrittore e notevole multidisciplinare scienziato, Marco Malvaldi prosegue la sua opera di comunicazione scientifica, parallela all’attività di autore di noir di forte impronta umoristica e realizza un ottimo libro per chi parte da zero, al suo interno viene illustrato in modo approfondito il primo e il secondo principio della termodinamica, consigliatissimo.

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