RECENSIONE DI GIULIA VERDUCCI CLASSE 5S

Telmo Pievani ha studiato presso l’Università degli studi di Milano, è un filosofo ed un evoluzionista, saggista e comunicatore. Ha svolto la sua specializzazione negli Stati Uniti d’America, dove ha conseguito un dottorato e un post-dottorato in ricerche sulla biologia evolutiva e la filosofia della biologia. Dal 2005 al 2012 è stato professore di filosofia della scienza presso la facoltà di scienze dell’educazione e della formazione all’università di Milano e dal 2012 detiene la cattedra di filosofia delle scienze biologiche presso l’università di Padova, all'interno del dipartimento di biologia. Ha inoltre pubblicato oltre 230 testi nei campi della biologia evoluzionistica.

La parola è come la perla e il poeta ne è il palombaro

Il libro inizia parlando di Archimede della sua scoperta, per poi passare ad una favola persiana narrante le avventure dei principi di Serendippo, continuando così in un viaggio nel tempo e nel mondo, fino al XVIII secolo e al concetto di serendipity che, rielaborato, poi viene fatto proprio dalla scienza. In una lunga serie di esempi fquindi riferimento a scoperte incredibiliproprio quelle più sconosciute e serendipitose mai fatte. La struttura del libro è formata da un insieme di insistenti esempi che invogliano il lettore a concluderne la lettura, pur sperando che non finisca mai.

Fu Horace Walpole nel 1754 a inventare il termine “serendipity” che tradotto è il titolo del nostro libro, Serendipitá. Il significato del termine è mutato però rispetto a quanto pemsava Walpole, è piuttosto la capacità di trovare cose per caso, nella scienza però non è sufficiente la casualità ed è necessario possedere anche competenze specifiche per cogliere il caso fortuito. Citando una frase del libro: “serendipitá in senso forte: trovare quel che non si stava cercando”.

Personalmente ho trovato il libro molto interessante, mi ha resa assai curiosa, sono stata trasportata dagli esempi che si susseguivano nel corso della mia lettura, credo che sia un testo adatto a tutti, perché si sa, il sapere non è mai troppo

L’idea è sempre la stessa: è importante garantire che ci siano risultati scientifici inattesi, perché sono come galline dalle uova d’oro”

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