Recensione di MARTINA PUNZO 

della classe 5S




Provenzale è direttore dell’istituto di geoscienze e georisorse del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e si occupa di dinamica del clima, interazione tra geosfera e biosfera, impatti dei cambiamenti globali su ecosistemi e biodiversità. Ha pubblicato più di 160 opere scientifiche, tra cui questo saggio.

Questo libro lo si può dividere in due parti: nella prima parte si sofferma sulle prime ere geologiche del pianeta Terra e, nella seconda parte, parla dell’antropocene.

Nella prima parte spiega come avvenne la formazione della Terra, della sua atmosfera e di come il clima ha influito su di essa. Inizialmente, spiega, nell’aria c’era solo il metano che è andato poi a scemare, grazie alla comparsa dell’ossigeno prodotto tramite le alghe e le piante con la fotosintesi. Nel corso degli anni ci sono state numerose mutazioni climatiche influenzate da diversi fattori, ossia l’esposizione solare, l’albedo, la presenza e assenza di vegetazione e la circolazione termoalina. Tutto questo è andato avanti per circa ottocentomila anni fino a quando non siamo arrivati noi umani a cambiare ulteriormente il clima.

Per quanto riguarda la parte antropocene (non è ancora stato chiarito quando ebbe inizio, ma ci sono diverse teorie: ottomila anni fa, oppure dopo la rivoluzione industriale o dopo la prima guerra mondiale). La seconda parte del libro parla inoltre del ciclo del carbonio che avviene in due fasi: geologico e biologico. Esse erano bilanciate, fino a quando non siamo arrivati noi umani, dando inizio ad alterazioni. Con la crescita delle città, ad esempio, i raggi solari hanno portato più calore, aumentando le temperature perché i raggi solari sono attratti da colori scuri e con il disboscamento c’è stato un ulteriore calo di ossigeno. L’autore ha inoltre spiegato il fenomeno del permafrost e delle tempeste sempre più numerose, dando origine a sempre più catastrofi.

Consiglio di leggere questo libro, perché grazie ad esso molte più persone possono prendere consapevolezza del fatto che noi umani abbiamo una brutta influenza sul clima terrestre e prendendo coscienza di ciò, si possono portare dei miglioramenti, invertendo la tendenza.

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